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lunedì, settembre 04, 2006

Tornando a Chiesa...

Chiesa è sempre stato un hacker....
Sia quando, da pischello, crackava e poi ne ha pagate le conseguenze...
Sia oggi che è un professionista in sicurezza....(In realtà cracka uguale ma su commissione e per fini diversi)
Chiesa si sente ancora un hacker ed è tuttora giudicato tale anche da chi tutto sommato non ne condivide le scelte.
Questo cosa dimostra?
Dimostra che Chiesa è hacker indipendentemente dal fatto che "fu" cracker e da quello che "è" e "fa" oggi...
E quindi? Cosa vuoi dimostrare...si chiederà qualcuno?
Voglio dimostrare che Chiesa negli ultimi anni nei confronti dell'hackmeeting formula giudizi apportando ragioni che hanno a che fare con tutto tranne che con l'hacking e l'essere hacker.
Nel 2000 ad esempio...scrisse: http://news2000.libero.it/speciali/10625.jhtml
«Credo che l'Hackmeeting sia un momento unico in Italia, ma secondo me altre manifestazioni underground di hacker sparse per il mondo sono più tecniche. Mi metto nei panni del professionista della sicurezza che vuole aggiornarsi. Dove va? Perché in Italia non ci sono le black hack conference? Sì, l'Hackmeeting è un bel momento per rivedere i vecchi amici, per ascoltare un guru come Stallman, ma vorrei lanciare una provocazione: ce lo vedresti un esperto di sicurezza Ibm che partecipa a una conferenza all'Hackmeeting?Così come è organizzata, no di certo. È una manifestazione troppo politica e polemica e a me dispiace perché potrebbe diventare qualcosa di più. Per esempio attraverso un contatto con il mondo del lavoro. Intendiamoci, non con i brand, non con gli sponsor... Insomma, più informatica e più tecnica».
Ecco...ma che cosa c'entra l'hacking con i professionisti della sicurezza e l'Ibm?
E in che rapporto sono underground e mondo del lavoro?
Oggi il mondo pullula di esperti in sicurezza....e società che si occupano della sicurezza delle aziende...che vendono la sicurezza come prodotto e servizio...Questo che vuol dire? Che il mondo pullula di hacker? Che tutti sono hacker? Che sei hacker solo se lavori da professionista?
E lui perchè quando era pischello e non professionista in sicurezza era e si sentiva comunque un hacker?
Ed ecco un altro bug del ragionamento di Chiesa...
A mio avviso - più lo rileggo e più me ne convinco - fa acqua da tutte le parti...
Sembra uno incazzato nero e infastidito per qualcosa...la sua analisi non è lucida....
Oppure il tempo passa e molti dimenticano ... Chissà che Chiesa non è uno di questi...
Spero di no.

sabato, settembre 02, 2006

Hackmeeting, Chiesa e la Politica

In lista hackmeeting si è discusso dell'articolo di Chiesa e della relazione tra hacking e politica. Raramente intervengo...ma in questo caso ho detto la mia...Vi sintetizzerei quel che ho detto, per vedere se anche in questo contesto, qualcuno, persino un passante, ha qualcosa da dire. Il fatto è che ho poco tempo e quindi mi limito a incollare .....

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Hacking e politica sono inscindibili...dove per politica non bisogna intendere destra e sinistra, aspirare al potere, al governo...distruggere il potere o il governo.
Hacking non è sinistra e non è destra, non è rosso e non è nero...e ciononostante ha molto a che fare con la politica...in pratica...con la polis e tutti coloro che ne fanno parte, con l'agire all'interno della polis.
L'hacking manipola mezzi e strumenti assai delicati...In mani sbagliate sarebbe il caos e la perdita di molte libertà.
L'hacking è un mezzo e in quanto tale può essere utilizzato per vari fini.... L'hacking non è solo "sicurezza", come vuol far credere Chiesa, ma è anche l'esatto opposto...riguarda la gestione delle informazioni e dei mezzi per diffonderla...E' un argomento che è sempre stato caro anche ai peggiori fascismi...Non puoi parlare di questo mezzo senza porti il problema del fine...senza porti il problema di un utilizzo non fascista del mezzo. Questo è politica...questo è essere politici!!! Questo non significa essere comunisti, rossi o frikkettoni. Significa aver imparato da una fetta di triste storia...
Non si può parlare di hacking senza parlare di politica e senza parlare di etica e l'etica ha sempre a che fare con i comportamenti degli individui, la relazione tra gli individui, all'interno della società e della polis.
L'hacking ha che fare con l'informazione, la libertà di comunicazione, la condivisione.
Se l'informazione la gestiscono in pochi (come alcuni vorrebbero) si ritorna a un triste passato "politico" (in realtà neanche troppo passato)....L'hacking libera l'informazione, la distribuisce e questo è di per sè un atto politico...Sono d'accordo quando si dice un raduno hacker non ha bisogno di striscioni antifascisti...ma solo perchè lo spirito originario dell'hacking (e non l'hacking come mero strumento) non può essere fascista per sua natura e quindi sottolinearlo a caratteri cubitali è superfluo....E' come dire...lo ripeto...che "l'acqua è liquida".
La natura antifascista, quella vera, dell'hackmeeting vien fuori, del resto, a mio avviso, dagli argomenti che vengono trattati all'interno dell'evento....e soprattutto dal COME vengono trattati...Quel che accade all'interno dell'evento è vero hacking e vera TAZ...le azioni...non le teorie....Tutto il resto, quel che accade all'esterno o sulle mura di un edificio, è già visto, già digerito, già amato, già odiato....vecchio...vecchissimo....al punto che persino i cosiddetti "sbirri" se ne sbattono...
A nessun fascista interessa la libertà, la condivisione di e libero accesso a mezzi e saperi...Se però un solo fascista fosse attratto dall'hackmeeting (cosa davvero strana) e quindi dalle questioni ormai da anni care all'evento...non vedo perchè impedirgli di entrare...Chissà che l'hackmeeting non produca un fascista in meno e questa sarebbe una grande vittoria...L'hacking trasforma la società e lo fa si spera anche così....Non vedo un modo diverso! L'alternativa sarebbe la "soprressione" ma siamo tutti d'accordo che sarebbe una soluzione fascista, no! Anche la chiusura preventiva o l'attacco preventivo sono fascisti! La storia (quella recente) ci insegna. Ovvio poi che i fascisti o i comunisti o i qualcunquisti che picchiano e rompono i coglioni e non solo....nessuno li vuole...credo! Ma su quello chi ci mette becco!!!
Chiesa...quindi...ha detto cose che anche chi ci bazzica dentro o nei dintorni si sta dicendo da anni...Questo non vuol dire però che Chiesa abbia ragione!!!
a) Fare l'elenco di tutti gli eventi a cui prende parte perchè ha le tasche piene...eventi cui possono prendere parte solo chi le tasche ce l'ha davvero piene...non ha nulla a che vedere con l'hacking ma solo con le tasche piene......ed ha persino a che vedere con i "saperi accessibili a pochi"...e cioè solo a quelli che ne hanno la possibilità e se lo possono permettere...Non mi pare che questo abbia qualcosa a che fare con il vero spirito hacker....anche dal punto di vista storico...
b) Giudicare un evento da uno striscione e una cancellata abbattuta...anche questo è molto riduttivo...e snobbare quello di cui si discute dentro è da presuntuosi...
Molti che sono andati all'hackmeeting non condividono quello striscione e neanche l'eclatante scelta di occupare..però sono lì dentro e stanno dando il loro contributo...Quello di cui si sta parlando all'hackmeeting non ha nulla a che fare con rosso e nero, destra e sinistra...Ha a che fare con l'hacking e l'hacking pone di per sè molte questioni politiche....Non credo che Chiesa questo non lo sappia...
Il limite dell'hackmeeting forse sta nel come e cosa comunica all'esterno, alla gente comune, al di là di quel che l'evento è e fa....Cosa comunica alla gente? come lo comunica? cosa suscita nelle persone? i toni che spesso assume sono quelli giusti?
Personalmente stimo Chiesa per molte cose che ha fatto e molte delle sue testimonianze/articoli davvero interessanti...Chiesa è parte della storia dell'hacking italiano...a qualcuno non piace ...ma chi se ne frega! Però la cosa peggiore che ha scritto, a mio avviso, è proprio questa...per quanto sia enormemente utile. Ok fa riflettere, ma il tono...è brutto...Ma forse anche questo ce lo siamo voluti....quando l'anno scorso si è detto NO categorico alla proposta di invitare Raoul Chiesa all'hackmeeting napoletano...senza del resto apportare delle buone ragioni...ahimè...democratiche ed antifasciste....

venerdì, settembre 01, 2006

CHIESA DISERTA....

Non condivido...ma segnalo...
se ne può sempre discutere e dirò presto la mia...
Perché diserto l'hackmeeting italiano
Venerdì, 1 Settembre 2006
di Raoul Chiesa
Oggi inizia l'hackmeeting italiano. Hackmeeting dovrebbe significare"incontro di hacking", quindi un incontro, tra hackers, in un determinatospazio e luogo. Incontrare un hacker, per me, significa incontrare un miosimile, una persona con i miei interessi, in un ambiente neutrale edadatto dove si parla prevalentemente di hacking.
In Italia tutto ciò non avviene. L'hackmeeting nostrano è divenuto, nel corso degli anni, un evento politico, nel quale si parla dipolitica e dove si fa politica. Che la stessa sia di destra o di sinistra non è rilevante, ma è un evento politico. È assolutamente vero che latecnologia digitale "invade" oramai gran parte della nostra vita (pubblica, privata e professionale), ed è altrettanto vero che è necessario porre un'estrema attenzione alle tematiche di sicurezza: dell'informazione, delle infrastrutture critiche nazionali, della e-privacy del cittadino e degli utenti del cyberspace, della sicurezza delle pubbliche amministrazioni e del controllo sul cittadino, sempre più forte sulla scia del terrorismo internazionale. È importante parlarne,discuterne, fare emergere i problemi, far sì che se ne parli e che se nescriva. Ma non è occupando un edificio abbandonato ed appendendo alle finestre striscioni antifascisti, che si "parla di hacking". Oggi, invece che andare a Parma, partirò per Darmstadt, dove sino a domenica si svolgerà il mrmcd101b, ovverosia la quinta edizione del Metarheinmain Chaos Days (http://mrmcd101b.metarheinmain.de/index.html), una tre giorni di seminari ed incontri hacking-oriented, organizzato dalCCC. Il Chaos Computer Club è il gruppo hacker europeo più storico, nato oltre vent'anni fa per fornire una visione neutrale nei confronti dell'evoluzione stessa della tecnologia nel tessuto sociale ed economico della Germania, ed il conseguente impatto della sicurezza informatica su tutto ciò. Note alle cronache sono le denuncie del CCC verso le insicurezze intrinseche del sistema BTX - una sorta diVideotel, molto diffuso in Germania tra gli anni '80 e '90 - così come delsistema GSM, quando è stata svelata almondo la possibilità di falsificare l'identità del mittente in un messaggio SMS grazie alla tecnica dell'SMS Spoofing, dettagliata con tantodi dimostrazione pratica nel 2001, proprio ad uno dei Chaos Meeting. Il primo hackmeeting italiano a cui partecipai fu quello di Firenze, ovverosia la prima di tante, bellissime edizioni.Da allora è infatti diventato un appuntamento fisso: mi sono divertito a Catania come a Torino, e nell'edizione di Roma del 2000 tenni anche unseminario. Non sonoinsomma uno di quelli che critica senza sapere di cosaparla. Sono amico da lungo tempo di Asbesto, uno degli ideatori dell'hackmeeting e creatore di radiocybernet, "giravo" sulla BBS di ECNalla fine degli anni '80 e stimo la libera informazione che diffonde unarealtà come Indymedia. Ma nonostante tutto ciò, anche quest'anno, non andrò all'hackmeeting. Non per esterofilia - anche se andare da italiano ad insegnare le cose ai tedeschi fa pur sempre piacere - ma semplicementeperché, nel nostro Paese, a questi eventi si è deciso di associare la politica, ed a me la politica non interessa. Sono spesso invitato comerelatore ad eventi hacker, ed in nessun altro Paese ho riscontrato un legame così forte ed eccessivo con la politica: in Germania, Svizzera,Francia, USA e Russia, così come nel nord Europa o in Asia, gli hackmeeting sono un incontro tecnico tra tecnici, smanettoni e operatori del settore, nerd, lamer e guru. Non c'è classismo, non c'è politicizzazione dell'hacking, non ci sono insomma influenze esterne, c'è solo quello che succede nella Rete.Un hacker non è uguale ad un altro, esattamente come una qualunque persona non è uguale all'altra. Il mondo dell'hacking contempla diverse categorie di hackers, ma a quanto parel'intenzione dell'hackmeeting è di rappresentarne solamente una, quella dell'hacktivism, ovverosia l'attivismo politico mediante l'utilizzo dell'hacking. Esistono invece almeno altre nove tipologie, macro-categorie di hackers, contornate da svariate sotto-categorie - lo dico perché da due anni sto portando avanti un progetto open source di Hacker's Profiling - epenso sia un peccato che molte persone dell'underground digitale italiano, esattamente come me, abbiano negli anni deciso di snobbare l'hackmeeting, che è invece un ottimo luogo dove incontrare persone intelligenti e scambiare pareri e conoscenze tecniche. Ritengo tutto questo una grave mancanza, in una scenahacking italiana che vede ottimi talenti e poche occasioni di aggregazione, incontro e scambio di idee vis-a-vis. Nelle prossime settimane ci saranno altri due eventi, per molti aspetti assimilabili all'hackmeeting nostrano (in quanto fuori dagli schemi delsecurity business e delle conferenze a costi non accessibili per la maggior parte delle persone), con contenuti tecnici di ottimo livello edun ambiente decisamente informale: guarda caso, però, nessuno dei due richiama la politica, in alcun modo. Il primo è l'IT Underground(http://www.itunderground.org/en/conferences/it) underground/rome2006.html), organizzato da un gruppo di hacker polacchi edalla rivista Haking9 (http://www.hakin9.org/), che quest'anno sbarca anche nel nostro Paese con un'edizione a Roma il 21 e 22 Settembre, dove l'intenzione è proprio quella di portare le conoscenze hacking al di fuori del ristretto giro dell'"elite". Il secondo evento a cui mi riferisco è la NoConName, una conferenza addirittura "priva di nome" - proprio per non addossarsi etichette di alcun tipo - che si svolgerà dal 28 al 30Settembre in Spagna (http://www.noconname.org/congreso2006.php). Per quanto mi riguarda, a fine mese andrò ad Hack inthe Box(http://conference.hackinthebox.org/hitbsecconf2006kl/), un evento di sicurezza ideato da hackers malesiani, per presentare insieme alla criminologa Stefania Ducci i risultati emersi dopoi primi due anni di ricerca dell'Hacker's Profiling Project. Le sfaccettature della personalità e della psicologia di noi hackers sono così tante, che lo studio dei profili nell'hacking ne diviene un lavoro appassionante ma quasi distruttivo, talmente è l'impegno che richiede. Spiegherò, al pubblico dell'HITB, la situazione in Italia, e rivedrò nuovamente quelle espressioni allibite e stupite cui mi capitadi assistere quando rispondo a quegli stranieri che mi chiedono "com'è l'hackmeeting in Italia".(Raoul Chiesa)

RIGUARDO A CHIESA...

Dell'hackmeeting a Parma...avrete sicuramente sentito parlare....Ufficialmente è cominicato il primo settembre ...La novità di quest'anno è che per l'occasione si è occupato un posto. L'hackmeeting si è sempre tenuto in luoghi (già) occupati o autogestibili....ma la novità appunto è che quest'anno si è hackato anche un edificio....nel quale tenere appunto l'evento.
La cosa non è andata giù a molti...persino a chi è disposto, in altre situazioni, ad occupare. Nessun bigottismo o moralismo...solo che a qualcuno è sembrato che occupare fosse più importante che riunirsi per scambiarsi informazioni e conoscenze....che il discorso politico (in senso tradizionale) fosse più importante del parlar di hacking (che a mio avviso è avanti anni luce e coinvolge persino politica e sociale ma in maniera nuova e rivoluzionaria).
Però è sembrato...e basta...perchè si fanno tante cose...in lista se ne dicono migliaia in milioni di toni...ma poi alla fine il clima è piacevole e chi vuol scambiarsi conoscenze e informazioni e vuole smanettare e parlare di altro e di solo hacking lo fa lo stesso e anche molto bene...
Anche Raoul Chiesa ha espresso la sua opinione a tal riguardo, sebbene non partecipi all'evento dal 2000 perchè a quanto pare le ultime edizioni non gli piacciono affatto.
Il suo intervento mi sembra interessante...anche se non lo condivido. Le voci fuori dal coro sono quelle che in genere fanno riflettere meglio e ispirano autocritica (sempre che si è onesti con se stessi)....O ti ravvedi oppure ti convinci che la tua scelta e la tua visione sono giuste...o che sono giuste ma è il modo di proporsi che forse va rivisto. Insomma...ti poni infinite domande...prima di tutte...cosa spinge un individuo a dire certe cose? Come percepisce questo individuo quel che io faccio e le mie intenzioni ?
Leggendo Raoul Chiesa ho avuto alcune conferme....non solo su come la pensa lui, ma anche su cosa e come comunica all'esterno l'hackmeeting. Forse molto male. Ci sono dei bugs a mio avviso...non ci piove...ma sono giudizi personali, meri giudizi relativi ad alcuni aspetti dell'hackmeeting...non riguardano l'intero evento.

Io ad esempio non giudicherei "politico" in senso dispregiativo, così mi è sembrato facesse Raoul Chiesa , tutto l'hackmeeting solo perchè all'hackmeeting si è occupato un posto e si è messo uno striscione anti-fascista. Questi sono dei segni forti e comunicativi...siamo d'accordo....dicono esattamente come la pensa chi organizza un hackmeeting, non necessariamente chi vi partecipa. Tre gatti organizzano e centinaia vi partecipano...Non si può non tener conto di questa realtà....Inoltre...puoi essere contro l' "occupazione" di un posto perchè tutto sommato...che ne so...illegale...rischioso.... Ma perchè essere contro uno striscione anti-fascista? Perchè uno striscione anti-fascista ti impedisce di non andare ad un hackmeeting? Il fascismo cosa ha prodotto di buono? Persino i fascisti hanno cambiato nome.....!!! Fascismo è male!!!!
Uno striscione anti-fascista a caratteri cubitali che dà il benvenuto ad un evento come l'hackmeeting può essere discutibile (per motivi, ad esempio, che riguardano le infinite potenzialità di comunicazione dell'hackmeeting non sempre ben sfruttate), ma non ti fa parlar male dell'hackmeeting e non ti tiene fuori dall'hackmeeting.
Questo non mi è chiaro....non mi è chiaro l'atteggiamento di chi bolla un evento sulla base di come ne ha parlato uno solo, per giunta per telefono (e ne sono centinaia con visioni diverse)...vedi atteggiamento del giornalista Masera...Non mi è chiaro l'atteggiamento di chi giudica un evento da uno solo striscione e una sola cancellata abbattuta (x occupare) e azzera l'infinità di seminari e materiali interessanti che ci si scambia dentro...
L'hackmeeting deve farsi molta autocritica, è sicuro....Però mi dispiace che anche le critiche pervenute dall'esterno, che sono sempre ben accette, interessanti e utili, soprattutto quando giungono da personalità altamente stimate come Raoul Chiesa, siano formulate con toni pieni di buchi e che rendono, sfortunatamente, il contributo meno accettabile.