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martedì, giugno 07, 2011

Hacker Kulture su FACEBOOK

HK non è morto...stiamo tornando...Se avete voglia di dare una mano ad aggiornare HK, arricchirlo di nuovi articoli..o anche di segnalare link rotti e pagine bianche...ho aperto una pagina su Facebook: https://www.facebook.com/pages/Hacker-Kulture/165831456809010?sk=info

Forse questa è la maniera più facile...certo da sola non posso farcela...L'archivio è troppo grosso ora :)

giovedì, aprile 12, 2007

Gazira Babeli: Collateral Damage

PRESS RELEASE(revised)
April 12, 2007
For Immediate Release:
Gazira Babeli: Collateral Damage
- a comprehensive survey of works from 2006-2007
location: Odyssey (38,30,23)


On April 16th 2007, the ExhibitA gallery on the Odyssey simulator within the
online virtual world called Second LifeT, will present the first
comprehensive look at the pioneering work of Gazira Babeli.
Gazira Babeli is an artist creating works within Second Life and a member of
Second Front - the first performance art group in Second Life. Gazira
labels herself a "code performer" and indeed the code is at the heart of her
work, tying it to the system at a deep level and reaching out to the viewer
in ways that inherent to the SL platform. Her pieces are alive with scripts
created using the Linden scripting language - a core component of Second
Life. A Campbells soup can that is a trap, and a self proclaimed menace
disguised as pop art, encases the viewer and takes him on a ride proclaiming
"you love pop art, pop art hates you" until the unsuspecting avatar manages
to run fast enough to escape. The sky filled with question marks, a
vengeful tornado, these are a few of Gaz's signature works that can be seen
on her site: gazirababeli.com. In the spirit of opensource - Gazira has
licensed much of her code via creative commons, and you can download it for
your own use on her site: gazirababeli.com.

Please join us for the opening of this exhibit. Press are invited to attend
at 1pm SL time. The general opening is at 6pm SL time. Inquiries may be
directed to Beavis Palowakski: rushchris@mac.com, or to Sugar Seville:
sugarseville@gmail.com.

following are some press excerpts regarding Gazira Babeli.

"Born in Second Life on 31st March 2006, *Gazira Babeli*
(http://www.gazirababeli.com/) is an artist who turns the performativity of
the code into performance itself. Weedy and flexuous in her long black dress
which covers fashionably her polygonal haunches, Gazira radiates a strange
charm that makes her somebody in between a Voodoo witch and an X-men
heroine. Her charm that becomes even more evident during her masterful
performances, in which she activates scripts as if they were spells, makes
earthquakes happens, provokes natural fatalities and invasions of pop icons
(in the place of the biblical locusts). Gazira Babeli is NOT the project of
an artist who works in Second Life. She IS an artist, who makes, records and
signs performances based on code. She is real, like you and me, even if her
action platform is a world of bits."

- Domenico Quaranta
2006-12-02

"Linden Labs is a Fluxus-Project", jokes Gazira Babeli, the pizza-throwing
Second-Life-Artist and makes a reference to the Slogan of Linden Labs. "Your
World. Your Imagination". This is a indication for the fact, that in the
metaverse art and life are connected as far like the fluxus-artist would
have wanted to, she remarks ironically.

Gazira Babeli is one of the few artists, who has created works, which are
subversively inflitrating the friendly environment of cyber-suburbia SL.

- Kunstzeitung
March 2007

_

We keep forgetting that what we call Real Life has been a virtual frame for
a long time. Second Life offers the chance to build and deconstruct this
space in the form of a theatre performance. What's the difference? I'm
trying to find out. For the moment I like to say: my body can walk barefoot,
but my avatar needs Prada shoes.

March 23, 2007
Interview with Gazira Babeli by Tilman Baumgärtel
http://www.turbulence.org/blog/archives/003987.html
_

Gazira: To realize an "artistic" or "aesthetic" experience, it requires a
frame-space that is contemporarily physical and conceptual; it could be a
frame, a museum, a computer network, a bedroom... or just a plain box
'dressed' like a RL art-galley. This referential "cube gallery" reminds me
of the ironical artwork made by Marcel Duchamp called "Box in a valise"
(Boîte-en-valise, 1942)
Although the "box gallery" could be a valid expression, I prefer thinking
the whole SL environment as (a kind of) frame-space. It means that scripted
and built objects, avatar-people and their behaviors become essentially
parts of the artwork...a "world in a valise", in this case. :)

Interview with Jeremy Turner (Wirxli Flimflam) for Slatenight magazine

sabato, febbraio 17, 2007

HK (qualche volta) Down!

HK in questi ultimi mesi è spesso down!
Ringrazio innanzitutto coloro che mi hanno scritto in questo blog e in email per segnalarmi lo stato di HK. Voglio poi rassicurarvi...HK vive.
Abbiamo solo qualche problema col database e con il tempo a disposizione. Siamo così presi da altre cose (lavoro, figlia etc etc) che non ci accorgiamo neanche che HK non sta funzionando.
Vi assicuriamo che HK non l'abbandoniamo e anche se dovessimo aggiornarlo poco, quel che è fatto resta e resterà per sempre.
Ma in realtà è in cantiere un grosso progetto. Rivedere tutta la struttura del sito, renderlo più agevole e accessibile. Fare in modo che possiate usufruirne meglio e soprattutto parteciparvi a pieno. Ma è un lavoro lungo. Noi non ci scoraggiamo. A voi tocca solo avere un pò di pazienza...
Ne aavrete, ne siamo certi! :)

lunedì, dicembre 11, 2006

Bio Doll qui!

Oh!!! Ed ecco che la BioDoll, la bambola clonata a uso e consumo del pubblico che ama uscire
dagli schemi...ha deciso di infiltrarsi nel blog di HK e QUI di giocare con l'erotico e la sessualità. :)


lunedì, settembre 04, 2006

Tornando a Chiesa...

Chiesa è sempre stato un hacker....
Sia quando, da pischello, crackava e poi ne ha pagate le conseguenze...
Sia oggi che è un professionista in sicurezza....(In realtà cracka uguale ma su commissione e per fini diversi)
Chiesa si sente ancora un hacker ed è tuttora giudicato tale anche da chi tutto sommato non ne condivide le scelte.
Questo cosa dimostra?
Dimostra che Chiesa è hacker indipendentemente dal fatto che "fu" cracker e da quello che "è" e "fa" oggi...
E quindi? Cosa vuoi dimostrare...si chiederà qualcuno?
Voglio dimostrare che Chiesa negli ultimi anni nei confronti dell'hackmeeting formula giudizi apportando ragioni che hanno a che fare con tutto tranne che con l'hacking e l'essere hacker.
Nel 2000 ad esempio...scrisse: http://news2000.libero.it/speciali/10625.jhtml
«Credo che l'Hackmeeting sia un momento unico in Italia, ma secondo me altre manifestazioni underground di hacker sparse per il mondo sono più tecniche. Mi metto nei panni del professionista della sicurezza che vuole aggiornarsi. Dove va? Perché in Italia non ci sono le black hack conference? Sì, l'Hackmeeting è un bel momento per rivedere i vecchi amici, per ascoltare un guru come Stallman, ma vorrei lanciare una provocazione: ce lo vedresti un esperto di sicurezza Ibm che partecipa a una conferenza all'Hackmeeting?Così come è organizzata, no di certo. È una manifestazione troppo politica e polemica e a me dispiace perché potrebbe diventare qualcosa di più. Per esempio attraverso un contatto con il mondo del lavoro. Intendiamoci, non con i brand, non con gli sponsor... Insomma, più informatica e più tecnica».
Ecco...ma che cosa c'entra l'hacking con i professionisti della sicurezza e l'Ibm?
E in che rapporto sono underground e mondo del lavoro?
Oggi il mondo pullula di esperti in sicurezza....e società che si occupano della sicurezza delle aziende...che vendono la sicurezza come prodotto e servizio...Questo che vuol dire? Che il mondo pullula di hacker? Che tutti sono hacker? Che sei hacker solo se lavori da professionista?
E lui perchè quando era pischello e non professionista in sicurezza era e si sentiva comunque un hacker?
Ed ecco un altro bug del ragionamento di Chiesa...
A mio avviso - più lo rileggo e più me ne convinco - fa acqua da tutte le parti...
Sembra uno incazzato nero e infastidito per qualcosa...la sua analisi non è lucida....
Oppure il tempo passa e molti dimenticano ... Chissà che Chiesa non è uno di questi...
Spero di no.

sabato, settembre 02, 2006

Hackmeeting, Chiesa e la Politica

In lista hackmeeting si è discusso dell'articolo di Chiesa e della relazione tra hacking e politica. Raramente intervengo...ma in questo caso ho detto la mia...Vi sintetizzerei quel che ho detto, per vedere se anche in questo contesto, qualcuno, persino un passante, ha qualcosa da dire. Il fatto è che ho poco tempo e quindi mi limito a incollare .....

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Hacking e politica sono inscindibili...dove per politica non bisogna intendere destra e sinistra, aspirare al potere, al governo...distruggere il potere o il governo.
Hacking non è sinistra e non è destra, non è rosso e non è nero...e ciononostante ha molto a che fare con la politica...in pratica...con la polis e tutti coloro che ne fanno parte, con l'agire all'interno della polis.
L'hacking manipola mezzi e strumenti assai delicati...In mani sbagliate sarebbe il caos e la perdita di molte libertà.
L'hacking è un mezzo e in quanto tale può essere utilizzato per vari fini.... L'hacking non è solo "sicurezza", come vuol far credere Chiesa, ma è anche l'esatto opposto...riguarda la gestione delle informazioni e dei mezzi per diffonderla...E' un argomento che è sempre stato caro anche ai peggiori fascismi...Non puoi parlare di questo mezzo senza porti il problema del fine...senza porti il problema di un utilizzo non fascista del mezzo. Questo è politica...questo è essere politici!!! Questo non significa essere comunisti, rossi o frikkettoni. Significa aver imparato da una fetta di triste storia...
Non si può parlare di hacking senza parlare di politica e senza parlare di etica e l'etica ha sempre a che fare con i comportamenti degli individui, la relazione tra gli individui, all'interno della società e della polis.
L'hacking ha che fare con l'informazione, la libertà di comunicazione, la condivisione.
Se l'informazione la gestiscono in pochi (come alcuni vorrebbero) si ritorna a un triste passato "politico" (in realtà neanche troppo passato)....L'hacking libera l'informazione, la distribuisce e questo è di per sè un atto politico...Sono d'accordo quando si dice un raduno hacker non ha bisogno di striscioni antifascisti...ma solo perchè lo spirito originario dell'hacking (e non l'hacking come mero strumento) non può essere fascista per sua natura e quindi sottolinearlo a caratteri cubitali è superfluo....E' come dire...lo ripeto...che "l'acqua è liquida".
La natura antifascista, quella vera, dell'hackmeeting vien fuori, del resto, a mio avviso, dagli argomenti che vengono trattati all'interno dell'evento....e soprattutto dal COME vengono trattati...Quel che accade all'interno dell'evento è vero hacking e vera TAZ...le azioni...non le teorie....Tutto il resto, quel che accade all'esterno o sulle mura di un edificio, è già visto, già digerito, già amato, già odiato....vecchio...vecchissimo....al punto che persino i cosiddetti "sbirri" se ne sbattono...
A nessun fascista interessa la libertà, la condivisione di e libero accesso a mezzi e saperi...Se però un solo fascista fosse attratto dall'hackmeeting (cosa davvero strana) e quindi dalle questioni ormai da anni care all'evento...non vedo perchè impedirgli di entrare...Chissà che l'hackmeeting non produca un fascista in meno e questa sarebbe una grande vittoria...L'hacking trasforma la società e lo fa si spera anche così....Non vedo un modo diverso! L'alternativa sarebbe la "soprressione" ma siamo tutti d'accordo che sarebbe una soluzione fascista, no! Anche la chiusura preventiva o l'attacco preventivo sono fascisti! La storia (quella recente) ci insegna. Ovvio poi che i fascisti o i comunisti o i qualcunquisti che picchiano e rompono i coglioni e non solo....nessuno li vuole...credo! Ma su quello chi ci mette becco!!!
Chiesa...quindi...ha detto cose che anche chi ci bazzica dentro o nei dintorni si sta dicendo da anni...Questo non vuol dire però che Chiesa abbia ragione!!!
a) Fare l'elenco di tutti gli eventi a cui prende parte perchè ha le tasche piene...eventi cui possono prendere parte solo chi le tasche ce l'ha davvero piene...non ha nulla a che vedere con l'hacking ma solo con le tasche piene......ed ha persino a che vedere con i "saperi accessibili a pochi"...e cioè solo a quelli che ne hanno la possibilità e se lo possono permettere...Non mi pare che questo abbia qualcosa a che fare con il vero spirito hacker....anche dal punto di vista storico...
b) Giudicare un evento da uno striscione e una cancellata abbattuta...anche questo è molto riduttivo...e snobbare quello di cui si discute dentro è da presuntuosi...
Molti che sono andati all'hackmeeting non condividono quello striscione e neanche l'eclatante scelta di occupare..però sono lì dentro e stanno dando il loro contributo...Quello di cui si sta parlando all'hackmeeting non ha nulla a che fare con rosso e nero, destra e sinistra...Ha a che fare con l'hacking e l'hacking pone di per sè molte questioni politiche....Non credo che Chiesa questo non lo sappia...
Il limite dell'hackmeeting forse sta nel come e cosa comunica all'esterno, alla gente comune, al di là di quel che l'evento è e fa....Cosa comunica alla gente? come lo comunica? cosa suscita nelle persone? i toni che spesso assume sono quelli giusti?
Personalmente stimo Chiesa per molte cose che ha fatto e molte delle sue testimonianze/articoli davvero interessanti...Chiesa è parte della storia dell'hacking italiano...a qualcuno non piace ...ma chi se ne frega! Però la cosa peggiore che ha scritto, a mio avviso, è proprio questa...per quanto sia enormemente utile. Ok fa riflettere, ma il tono...è brutto...Ma forse anche questo ce lo siamo voluti....quando l'anno scorso si è detto NO categorico alla proposta di invitare Raoul Chiesa all'hackmeeting napoletano...senza del resto apportare delle buone ragioni...ahimè...democratiche ed antifasciste....

venerdì, settembre 01, 2006

CHIESA DISERTA....

Non condivido...ma segnalo...
se ne può sempre discutere e dirò presto la mia...
Perché diserto l'hackmeeting italiano
Venerdì, 1 Settembre 2006
di Raoul Chiesa
Oggi inizia l'hackmeeting italiano. Hackmeeting dovrebbe significare"incontro di hacking", quindi un incontro, tra hackers, in un determinatospazio e luogo. Incontrare un hacker, per me, significa incontrare un miosimile, una persona con i miei interessi, in un ambiente neutrale edadatto dove si parla prevalentemente di hacking.
In Italia tutto ciò non avviene. L'hackmeeting nostrano è divenuto, nel corso degli anni, un evento politico, nel quale si parla dipolitica e dove si fa politica. Che la stessa sia di destra o di sinistra non è rilevante, ma è un evento politico. È assolutamente vero che latecnologia digitale "invade" oramai gran parte della nostra vita (pubblica, privata e professionale), ed è altrettanto vero che è necessario porre un'estrema attenzione alle tematiche di sicurezza: dell'informazione, delle infrastrutture critiche nazionali, della e-privacy del cittadino e degli utenti del cyberspace, della sicurezza delle pubbliche amministrazioni e del controllo sul cittadino, sempre più forte sulla scia del terrorismo internazionale. È importante parlarne,discuterne, fare emergere i problemi, far sì che se ne parli e che se nescriva. Ma non è occupando un edificio abbandonato ed appendendo alle finestre striscioni antifascisti, che si "parla di hacking". Oggi, invece che andare a Parma, partirò per Darmstadt, dove sino a domenica si svolgerà il mrmcd101b, ovverosia la quinta edizione del Metarheinmain Chaos Days (http://mrmcd101b.metarheinmain.de/index.html), una tre giorni di seminari ed incontri hacking-oriented, organizzato dalCCC. Il Chaos Computer Club è il gruppo hacker europeo più storico, nato oltre vent'anni fa per fornire una visione neutrale nei confronti dell'evoluzione stessa della tecnologia nel tessuto sociale ed economico della Germania, ed il conseguente impatto della sicurezza informatica su tutto ciò. Note alle cronache sono le denuncie del CCC verso le insicurezze intrinseche del sistema BTX - una sorta diVideotel, molto diffuso in Germania tra gli anni '80 e '90 - così come delsistema GSM, quando è stata svelata almondo la possibilità di falsificare l'identità del mittente in un messaggio SMS grazie alla tecnica dell'SMS Spoofing, dettagliata con tantodi dimostrazione pratica nel 2001, proprio ad uno dei Chaos Meeting. Il primo hackmeeting italiano a cui partecipai fu quello di Firenze, ovverosia la prima di tante, bellissime edizioni.Da allora è infatti diventato un appuntamento fisso: mi sono divertito a Catania come a Torino, e nell'edizione di Roma del 2000 tenni anche unseminario. Non sonoinsomma uno di quelli che critica senza sapere di cosaparla. Sono amico da lungo tempo di Asbesto, uno degli ideatori dell'hackmeeting e creatore di radiocybernet, "giravo" sulla BBS di ECNalla fine degli anni '80 e stimo la libera informazione che diffonde unarealtà come Indymedia. Ma nonostante tutto ciò, anche quest'anno, non andrò all'hackmeeting. Non per esterofilia - anche se andare da italiano ad insegnare le cose ai tedeschi fa pur sempre piacere - ma semplicementeperché, nel nostro Paese, a questi eventi si è deciso di associare la politica, ed a me la politica non interessa. Sono spesso invitato comerelatore ad eventi hacker, ed in nessun altro Paese ho riscontrato un legame così forte ed eccessivo con la politica: in Germania, Svizzera,Francia, USA e Russia, così come nel nord Europa o in Asia, gli hackmeeting sono un incontro tecnico tra tecnici, smanettoni e operatori del settore, nerd, lamer e guru. Non c'è classismo, non c'è politicizzazione dell'hacking, non ci sono insomma influenze esterne, c'è solo quello che succede nella Rete.Un hacker non è uguale ad un altro, esattamente come una qualunque persona non è uguale all'altra. Il mondo dell'hacking contempla diverse categorie di hackers, ma a quanto parel'intenzione dell'hackmeeting è di rappresentarne solamente una, quella dell'hacktivism, ovverosia l'attivismo politico mediante l'utilizzo dell'hacking. Esistono invece almeno altre nove tipologie, macro-categorie di hackers, contornate da svariate sotto-categorie - lo dico perché da due anni sto portando avanti un progetto open source di Hacker's Profiling - epenso sia un peccato che molte persone dell'underground digitale italiano, esattamente come me, abbiano negli anni deciso di snobbare l'hackmeeting, che è invece un ottimo luogo dove incontrare persone intelligenti e scambiare pareri e conoscenze tecniche. Ritengo tutto questo una grave mancanza, in una scenahacking italiana che vede ottimi talenti e poche occasioni di aggregazione, incontro e scambio di idee vis-a-vis. Nelle prossime settimane ci saranno altri due eventi, per molti aspetti assimilabili all'hackmeeting nostrano (in quanto fuori dagli schemi delsecurity business e delle conferenze a costi non accessibili per la maggior parte delle persone), con contenuti tecnici di ottimo livello edun ambiente decisamente informale: guarda caso, però, nessuno dei due richiama la politica, in alcun modo. Il primo è l'IT Underground(http://www.itunderground.org/en/conferences/it) underground/rome2006.html), organizzato da un gruppo di hacker polacchi edalla rivista Haking9 (http://www.hakin9.org/), che quest'anno sbarca anche nel nostro Paese con un'edizione a Roma il 21 e 22 Settembre, dove l'intenzione è proprio quella di portare le conoscenze hacking al di fuori del ristretto giro dell'"elite". Il secondo evento a cui mi riferisco è la NoConName, una conferenza addirittura "priva di nome" - proprio per non addossarsi etichette di alcun tipo - che si svolgerà dal 28 al 30Settembre in Spagna (http://www.noconname.org/congreso2006.php). Per quanto mi riguarda, a fine mese andrò ad Hack inthe Box(http://conference.hackinthebox.org/hitbsecconf2006kl/), un evento di sicurezza ideato da hackers malesiani, per presentare insieme alla criminologa Stefania Ducci i risultati emersi dopoi primi due anni di ricerca dell'Hacker's Profiling Project. Le sfaccettature della personalità e della psicologia di noi hackers sono così tante, che lo studio dei profili nell'hacking ne diviene un lavoro appassionante ma quasi distruttivo, talmente è l'impegno che richiede. Spiegherò, al pubblico dell'HITB, la situazione in Italia, e rivedrò nuovamente quelle espressioni allibite e stupite cui mi capitadi assistere quando rispondo a quegli stranieri che mi chiedono "com'è l'hackmeeting in Italia".(Raoul Chiesa)