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venerdì, settembre 01, 2006

CHIESA DISERTA....

Non condivido...ma segnalo...
se ne può sempre discutere e dirò presto la mia...
Perché diserto l'hackmeeting italiano
Venerdì, 1 Settembre 2006
di Raoul Chiesa
Oggi inizia l'hackmeeting italiano. Hackmeeting dovrebbe significare"incontro di hacking", quindi un incontro, tra hackers, in un determinatospazio e luogo. Incontrare un hacker, per me, significa incontrare un miosimile, una persona con i miei interessi, in un ambiente neutrale edadatto dove si parla prevalentemente di hacking.
In Italia tutto ciò non avviene. L'hackmeeting nostrano è divenuto, nel corso degli anni, un evento politico, nel quale si parla dipolitica e dove si fa politica. Che la stessa sia di destra o di sinistra non è rilevante, ma è un evento politico. È assolutamente vero che latecnologia digitale "invade" oramai gran parte della nostra vita (pubblica, privata e professionale), ed è altrettanto vero che è necessario porre un'estrema attenzione alle tematiche di sicurezza: dell'informazione, delle infrastrutture critiche nazionali, della e-privacy del cittadino e degli utenti del cyberspace, della sicurezza delle pubbliche amministrazioni e del controllo sul cittadino, sempre più forte sulla scia del terrorismo internazionale. È importante parlarne,discuterne, fare emergere i problemi, far sì che se ne parli e che se nescriva. Ma non è occupando un edificio abbandonato ed appendendo alle finestre striscioni antifascisti, che si "parla di hacking". Oggi, invece che andare a Parma, partirò per Darmstadt, dove sino a domenica si svolgerà il mrmcd101b, ovverosia la quinta edizione del Metarheinmain Chaos Days (http://mrmcd101b.metarheinmain.de/index.html), una tre giorni di seminari ed incontri hacking-oriented, organizzato dalCCC. Il Chaos Computer Club è il gruppo hacker europeo più storico, nato oltre vent'anni fa per fornire una visione neutrale nei confronti dell'evoluzione stessa della tecnologia nel tessuto sociale ed economico della Germania, ed il conseguente impatto della sicurezza informatica su tutto ciò. Note alle cronache sono le denuncie del CCC verso le insicurezze intrinseche del sistema BTX - una sorta diVideotel, molto diffuso in Germania tra gli anni '80 e '90 - così come delsistema GSM, quando è stata svelata almondo la possibilità di falsificare l'identità del mittente in un messaggio SMS grazie alla tecnica dell'SMS Spoofing, dettagliata con tantodi dimostrazione pratica nel 2001, proprio ad uno dei Chaos Meeting. Il primo hackmeeting italiano a cui partecipai fu quello di Firenze, ovverosia la prima di tante, bellissime edizioni.Da allora è infatti diventato un appuntamento fisso: mi sono divertito a Catania come a Torino, e nell'edizione di Roma del 2000 tenni anche unseminario. Non sonoinsomma uno di quelli che critica senza sapere di cosaparla. Sono amico da lungo tempo di Asbesto, uno degli ideatori dell'hackmeeting e creatore di radiocybernet, "giravo" sulla BBS di ECNalla fine degli anni '80 e stimo la libera informazione che diffonde unarealtà come Indymedia. Ma nonostante tutto ciò, anche quest'anno, non andrò all'hackmeeting. Non per esterofilia - anche se andare da italiano ad insegnare le cose ai tedeschi fa pur sempre piacere - ma semplicementeperché, nel nostro Paese, a questi eventi si è deciso di associare la politica, ed a me la politica non interessa. Sono spesso invitato comerelatore ad eventi hacker, ed in nessun altro Paese ho riscontrato un legame così forte ed eccessivo con la politica: in Germania, Svizzera,Francia, USA e Russia, così come nel nord Europa o in Asia, gli hackmeeting sono un incontro tecnico tra tecnici, smanettoni e operatori del settore, nerd, lamer e guru. Non c'è classismo, non c'è politicizzazione dell'hacking, non ci sono insomma influenze esterne, c'è solo quello che succede nella Rete.Un hacker non è uguale ad un altro, esattamente come una qualunque persona non è uguale all'altra. Il mondo dell'hacking contempla diverse categorie di hackers, ma a quanto parel'intenzione dell'hackmeeting è di rappresentarne solamente una, quella dell'hacktivism, ovverosia l'attivismo politico mediante l'utilizzo dell'hacking. Esistono invece almeno altre nove tipologie, macro-categorie di hackers, contornate da svariate sotto-categorie - lo dico perché da due anni sto portando avanti un progetto open source di Hacker's Profiling - epenso sia un peccato che molte persone dell'underground digitale italiano, esattamente come me, abbiano negli anni deciso di snobbare l'hackmeeting, che è invece un ottimo luogo dove incontrare persone intelligenti e scambiare pareri e conoscenze tecniche. Ritengo tutto questo una grave mancanza, in una scenahacking italiana che vede ottimi talenti e poche occasioni di aggregazione, incontro e scambio di idee vis-a-vis. Nelle prossime settimane ci saranno altri due eventi, per molti aspetti assimilabili all'hackmeeting nostrano (in quanto fuori dagli schemi delsecurity business e delle conferenze a costi non accessibili per la maggior parte delle persone), con contenuti tecnici di ottimo livello edun ambiente decisamente informale: guarda caso, però, nessuno dei due richiama la politica, in alcun modo. Il primo è l'IT Underground(http://www.itunderground.org/en/conferences/it) underground/rome2006.html), organizzato da un gruppo di hacker polacchi edalla rivista Haking9 (http://www.hakin9.org/), che quest'anno sbarca anche nel nostro Paese con un'edizione a Roma il 21 e 22 Settembre, dove l'intenzione è proprio quella di portare le conoscenze hacking al di fuori del ristretto giro dell'"elite". Il secondo evento a cui mi riferisco è la NoConName, una conferenza addirittura "priva di nome" - proprio per non addossarsi etichette di alcun tipo - che si svolgerà dal 28 al 30Settembre in Spagna (http://www.noconname.org/congreso2006.php). Per quanto mi riguarda, a fine mese andrò ad Hack inthe Box(http://conference.hackinthebox.org/hitbsecconf2006kl/), un evento di sicurezza ideato da hackers malesiani, per presentare insieme alla criminologa Stefania Ducci i risultati emersi dopoi primi due anni di ricerca dell'Hacker's Profiling Project. Le sfaccettature della personalità e della psicologia di noi hackers sono così tante, che lo studio dei profili nell'hacking ne diviene un lavoro appassionante ma quasi distruttivo, talmente è l'impegno che richiede. Spiegherò, al pubblico dell'HITB, la situazione in Italia, e rivedrò nuovamente quelle espressioni allibite e stupite cui mi capitadi assistere quando rispondo a quegli stranieri che mi chiedono "com'è l'hackmeeting in Italia".(Raoul Chiesa)

1 Comments:

At 8:28 PM, Anonymous barbara said...

ok

 

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