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lunedì, gennaio 02, 2006

SU HACKER JOURNAL

Una delle tante cose che mi hanno contestato in questi anni è stato il fatto di aver scritto per Hacker Journal, tutto sommato neanche poco. Li conto. In tutto 11 articoli (http://www.dvara.net/hk/hk-writes/archive.asp). Niente male direi! Anzi 10, perchè il primo non è un articolo, ma una email-segnalazione. Sì, in quel periodo tutti a lamentarsi di quanto fosse lamer la rivista e io odio lamentarmi. Preferisco ignorare oppure agire. E decisi di agire. Segnalai alla rivista Hacker Kulture, ma in più lanciai un messaggio e resi pubblico il mio punto di vista. Quella mail la pubblicarono per intero, e non era neanche brevissima...Sul numero 11 di Hacker Journal, e fu sorprendente. Non mi sarei aspettata niente del genere. Ma non mi dispiacque. Meglio far riflettere tutti sul quel contenuto! Ed ecco cosa scrissi:

HK sta per Hacker Kulture. Lo definisco il sito della cultura hacker, una sorta di grandiosa e imponente biblioteca virtuale dedicata alla storia, alla filosofia, all'etica e persino alla poesia e all'arte hacker! Per sua stessa natura, il sito è in perenne costruzione. Insomma va aggiornato di continuo e per ora siamo solo in due. Ciò che voglio far capire attraverso HK è che la tecnica sì è importante perchè ti permette di esprimere al meglio le tue idee...ma le idee non le acquisisci tramite le tecniche! La rete pullula di tecniche...credo che sia giunta l'ora di ripercorrere, soprattutto di questi tempi, anche un pò l'ideologia hacker, il fine dell'hacking, lo spirito hacker.

Steven Lévy scrive: L'hacker...[pratica]..."l'esplorazione intellettuale a ruota libera delle più alte e profonde potenzialità dei sistemi di computer, o la decisione di rendere l'accesso alle informazioni quanto più libera e aperta possibile. Ciò implica la sentita convinzione che nei computer si possa ritrovare la bellezza, che la forma estetica di un programma perfetto possa liberare mente e spirito".

Se conosci solo la tecnica puoi cambiare un sistema informatico; se sei anche ideologicamente un hacker allora puoi anche cambiare il mondo... o comunque tentarci! In ogni caso migliori te stesso!!! L'accesso a tutte le informazioni è bene, purchè non ne venga esclusa nessuna! Stringere con forza nel palmo della propria mano tutto il sapere è bene, purchè questo non ti faccia sentire egoisticamente potente! Il rischio c'è, ora più che mai, di stravolgere ciò che si è acquisito, tecnicamente parlando, per metterlo al servizio del proprio ego o peggio ancora di un sistema ingiusto. Ed ecco quindi la necessità di "non dimenticare"; la necessità di "ricordare"! Non è la tecnica che fa di te un "hacker", ma la "forma mentis" e l'etica!

Prorpio E.S. Raymond, affrontando la questione dell'etica hacker, ha scritto: "Gli Hackers risolvono i problemi e costruiscono le cose, credono nella libertà e nel mutuo aiuto volontario. Per essere accettato come un hacker, ti devi comportare come se avessi questo atteggiamento nel sangue. E per comportarti come se avessi questo atteggiamento nel sangue, devi realmente credere nel tuo comportamento. Se pensi a coltivare un atteggiamento da hacker giusto per essere accettato nella hacker-culture, allora non hai capito. Diventare il tipo di persona che crede in queste cose è importante per te per aiutarti ad imparare e per avere delle motivazioni. Come con tutte le arti creative, la via più efficace per diventere un maestro è imitare la forma mentis dei maestri - non solo intellettualmente ma anche emotivamente."

http://www.dvara.net/HK/HK-Writes/hj.asp

Allora c'era grAnd a gestire la rivista. Fu lui a pubblicarmi l'email ma io intendevo solo provocarli. E fu lui a chiedermi, in seguito, di scrivere qualche articolo per Hacker Journal. Ci pensai un pò e decisi che l'avrei fatto. Mi ero dedicata con tutta l'anima a creare un archivio hacker perchè volevo che tutti sapessero, soprattutto coloro che ignoravano. Che tutti apprendessero ciò che io stessa avevo appreso con meraviglia in questi anni. Sentivo di essermi migliorata. Volevo che un pò si migliorassero anche altri. Presunzione? Non so...Volevo dare ciò che avevo ricevuto. Per me questo era condividere. Una delle tante forme di condivisione.

La rivista mi avrebbe dato la possibilità di esprimermi anche al di fuori della rete. Di far conoscere Hacker Kulture ... e questo per me era importante. In quel periodo tutti compravano Hacker Journal, tutti tutti tutti e non solo i ragazzini smanettoni, un pò troll e lamer, come molti vogliono o vogliono far credere. Grazie ad Hacker Journal io, ad esempio, ho conosciuto persone di un certo spessore, persone che da anni, a modo loro, si occupano di hacker. Queste persone, grazie ad Hacker Journal, hanno conosciuto Hacker Kulture.

Sì, perchè chi non aveva pregiudizi ed era altamente curioso, non poteva non chiedersi, cosa sarebbe diventato Hacker Journal. Era un fenomeno nuovo, da esaminare, e occhi intelligenti erano puntati sulla rivista. Io speravo che diventasse una buona cosa, e non lo speravo soltanto. Ho cercato anche di dare il mio contributo e molti l'hanno apprezzato. Altri però dicono che dovrei vergognarmi. Ho scritto per Hacker Journal e questo non mi fa onore. Mi dispiace. Non mi vergogno. Non ho scritto per Hacker Journal ma su Hacker Journal, ho scritto per me stessa e per chi mi leggeva. Questo è l'importante. Non credo di essermi sporcata, contraddetta o di essere venuta meno ai miei proprositi scrivendo ciò che penso, diffondendo ciò che tutti dovrebbero sapere.

C'era forse un luogo migliore di un giornale letto da un sacco di ragazzini smanettoni in cui diffondere un pò di etica hacker o almeno tentarci? Raccontargliela in maniera semplice, con un linguaggio chiaro e senza intoppi intellettualistici? O certi temi e certe questioni vanno affontate solo e unicamente in certi circoli sani e onniscienti, perfetti e coerenti, uniformi? E poi lì certe cose non si sanno forse già??

E' odioso parlarsi addosso. E' odioso affermare di voler migliorare il mondo e poi restar chiusi nel proprio recinto, stare attenti a non contaminarsi. Parlare, esprimersi, confrontarsi solo all'interno del proprio rassicurante ma limitato spazio. Il mondo va affrontato nel punto in cui è o sembrerebbe peggiore se vuoi migliorarlo. Cominciare dal basso e dai bassi per poi elevarsi, sciogliersi da questo groviglio di lingue e parole difficili da comprendere, essere diretti, parlare come madre terra, soprattutto far capire anche a chi non ha i mezzi per capire, fornire i mezzi senza stare in cattedra, avvicinarsi alla gente, quella che giace nell'ombra, affascinare affascinare...senza fascino è difficile cambiare e farsi cambiare.

E poi, sia chiaro, io non sono una purista. Mi piace vagare. Parlare con tutti. Confrontarmi anche con chi è diverso da me o con chi non stimo. Purchè il confronto sia produttivo, ovviamente. Provocare pacificamente e creativamente. Stare in relazione. Mi piace il fango e la contaminazione, odio i troni e le candide toghe. Amo i quartieri, la città alta è gelida e non palpita. Un mondo senza errori è arido. Un paese imperfetto può accettare i miei contributi. Se li accetta, palpito anche io, vivo e partecipo, lascio il mio segno...Non tutti capiranno, lo so bene. Ma provate a rinnovare la casa di Dio e poi ditemi se esisterete come architetti.

Molti hanno voluto vedere HK e HJ, come dire, gemellati. Ma non è così! Che le due sigle in qualche modo si assomigliassero è solo un caso e cmq HK esisteva da molto prima di HJ. HJ ospitava i miei articoli nella sezione "Cultura Hacker". Forse quella sezione fu creata per i miei articoli. Chissà! Avevo massima libertà. Potevo dire ciò che volevo e soprattutto come volevo. Non mi hanno mai tagliato pezzi o stravolto i contenuti. Se l'articolo era troppo lungo lo pubblicavo su due numeri. Ciò che scrivevo per HJ potevo anche diffonderlo altrove. E così ho parlato della Scena Demo che mi sta tanto a cuore e pochi sanno cosa sia. Ho parlato degli EpidemiC e dei virus come forma d'arte e nessuno quasi tra i giovani lettori sapeva chi fossero. Ho parlato di netstrike quando di netstrike forse non si parlava più. E così gli EpidemiC son stati contenti e anche Tommaso Tozzi mi ha ringraziato. La gente che incontravo in chat era affascinata, mi chiedeva informazioni e link. Era sorpresa. La maggiorparte, di queste cose, non aveva mai sentito parlare. Troppo giovani forse...Ma ora voleva saperne di più e questa, senza dubbio, era una vittoria.

Quanto ai difetti di Hacker Journal, probabilmente ce n'erano ed anche tanti e di sicuro non erano da identificare con il teschio e i simboli pirata che contrassegnano tuttora le copertine, credo. Figuriamoci. Capitan Harlock era il mio idolo da piccola. Lo capivo poco allora, ma ecco in qualche modo il suo messaggio mi è arrivato, s'è depositato in qualche parte del mio corpo ed è riemerso, al momento giusto. La grafica poi è un fatto personale e soggettivo. C'entra poco con la sostanza, a volte. A me quella di Hacker Journal piaceva. Quel che contava però è che gli autori, con grAnd almeno, avessero valore e con essi anche i lettori, senza differenze.

Su altre riviste cartacee, testate nazionali, ti prendono l'articolo, e con la scusa che ti pagano, te lo scompongono, sezionano, ricostruiscono che a rileggerlo stenti a credere che l'hai scritto tu. Il tuo nome non appare da nessuna parte, però sei costretto a firmare due fogli che parlano di diritto d'autore, spese processuali in caso di stronzate scritte ed altre menate del genere. Quel che resta del tuo articolo non puoi diffonderlo in nessun modo, ma loro possono farne ciò che che vogliono. Insomma l'autore non conta e tanto meno la sua visione e le sue idee. Vi assicuro... Hacker Journal non era, allora, il peggiore dei mali. Oggi, non so dirvi. Non lo seguo più da quando grAnd è andato via. Qualche anno, direi.

La cosa che più mi divertiva, su Hacker Journal, era leggere email firmate da nick noti e familiari a chi la rete la vive molto intensamente stando un pò dappertutto. Io allora la vivevo e molto. Di notte e di giorno. Ovunque. E ne ho riconosciuti parecchi. Era come se una parte della rete si fosse in parte emanata fuori da essa e materializzata su carta. Quella rete forse meno interessante, un pò snobbata dai colti e hacktivisti di vecchia data. Quella più confusa e chiacchierona, quella che parla a sbafo o mitizza, quella che crede negli idoli o che si crede il personaggio che interpreta. Quella che disturba o fa danni, quella che si atteggia perchè usa telnet, quella che rompe e strarompe perchè ha installato linux e non sa come far funzionare la tastiera, quella che non sa e non sa nemmeno analizzare, ricercare, quella che un pò è curiosa o crede di averla esaurita tutta la propria curiosità... Gente comune, insomma, per qualcuno nessuno. Ma quella rete c'era, esisteva e voleva esserci. Con la sua voce a volte rauca, a volte incomprensibile, a volte superficiale, a volte sghignazzante e trolleggiante. Spesso forse anche superflua, aria al vento, respiro sprecato. Ma tutto questo era interessante lo stesso, una cosa un pò curiosa. Affascinante. Ma son curiosa pure io e forse, allora, ci vedevo ciò che non c'era.

Sembrava che prima o poi dovesse accadere qualche cosa. Un'esplosione. Ho atteso ma non inutilmente. E anche se nulla accadde - oggi posso dirlo - fu divertente. Anche utile, credo. Soprattutto, spero.

15 Comments:

At 9:15 AM, Anonymous Anonimo said...

Mmm... non credo ci sia da vergognarsi per aver cercato di cambiare le cose: quando si tenta di fare ciò, si fa hacking, quando si rendono accessibili agli altri le proprie conoscenze, la propria cultura, si fa hacking... chi non capisce ciò è stolto. IMHO le critiche basate su motivi così futili (come lo è la scelta del mezzo di divulgazione) non vanno nemmeno prese in considerazione dato che nascono e crescono su fondamenta sbagliate quali l'ignoranza e la stupidità, entrambe bruttissime cose. Personalmente non ritengo HJ una rivista contenutisticamente valida ed eticalmente ancora meno, ma ciò non toglie che possa iniziare a scrivervi gente che rivoluzionerà le cose e che quindi porterà nuove conoscenze al pubblico. Fatto sta che prima di muovere una critica del genere mi documenterei un pò (almeno per evitare brutte figure, no?). Ah... un'ultima cosa, DaMe`: son convinto che te dai troppe spiegazioni agli altri.

 
At 12:57 PM, Blogger DaMe' said...

Hai RaGGione Ermes...ma è per capirsi. E poi sono curiosa di sapere come replicano gli altri!
;-D

 
At 8:11 AM, Anonymous Anonimo said...

sto leggendo, non sono ancora arrivata alla fine.. ma da dove credi abbia imparato io ad entrare nelle segreterie telefoniche dei cellulari anche se queste non sono inserite e il cell acceso
;-)... ebbene sì, pochissimo ma ogni tanto mi diverto a comperarlo... pensa te come mi guardano ;-)
vado a continuare la lettura..

 
At 11:51 AM, Blogger DaMe' said...

Ma ci credi? Io non ho mai letto un solo articolo di Hacker JOurnal, di quelli cosiddetti "tecnici". :-)
Mi leggevo l'editoriale, le email dei lettori, i miei articoli e quelli di carattere generale, quando c'erano. Raramente. :-)
Poi i cellulari...non me ne parlare! Posseggo un nokia che quando mi si spegne mi scordo anche di averlo. Lo ricarico e riaccendo dopo secoli! :-D

 
At 2:03 PM, Anonymous Anonimo said...

siete sicure che quello ch dite o fate siano cosa buone?

 
At 3:21 PM, Blogger DaMe' said...

Ermes! Mò ti rimprovero...e ti dico perchè!! :-)
1) Parli sempre al plurale e questo non va bene! Quel che dite, quel che fate, etc etc. Ivy phoenix parla per sè, io parlo per me. Non so se siamo d'accordo su tutto ciò che diciamo o facciamo. Ma parlare di sè e dire la propria è un modo per confrontarsi senza categorie, tipo è bene ... è male!
Certo è che a me ad esempio non interessa entrare nelle segreterie telefoniche e se anche fossi interessata al meccanismo, non lo applicherei sugli altri. Non m'interessa.
2) Io posso parlare per quel che mi riguarda. Non credo che in questo blog io mi sia messa a fare della letteratura...ossia a parlare di cose astratte, inventate nella speranza di comunicare il BENE o dare messaggi universali, la LEGGE.
Io mi racconto...tutto qui. Le cose mi sono accadute per merito mio ma anche per merito di altri. Anche qui, te lo ripeto, nuovamente, non esiste il BENE e il MALE. Esistono la vita, le sensazioni, le esperienze, le opinioni, il ragionamento, il racconto ... la verità vissuta, la mia pura e semplice sincerità.
3) Cosa secondo te non sarebbe bene? Cioè intervenire con giudizi di valore e non spiegarli non è un gran segno di apertura e inoltre potrebbe anche rivelare che forse tu non sei pienamente convinto di ciò che affermi. Butti lì un giudizio per vedere che accade?
Allora...ascolta me...niente VOI. Se hai da dire la tua su qualcosa detta da noi, basta dire Dame` tu hai detto, Ivy tu hai affermato! E poi aggiungere..."Non condivido quel che hai detto perchè secondo me..."
E' difficile fare così? :-) Guarda che sarebbe molto interessante per tutti. Per me di sicuro...perchè:
a) potrei conoscerti meglio
b) il tuo punto di vista ben spiegato potrebbe arricchirmi e migliprare il mio, farmi riflettere sulle mie opinioni
c) si aprirebbe una discussione su questo blog accesa e viva, stimolante che è quel che ho desiderato sin dal momento in cui l'ho creato :-)
Vedi tu! :P

 
At 4:48 PM, Anonymous Anonimo said...

Secondo me sbagliate quando parlate di HJ o almeno non gli date il peso che effettivamente ha (questa è solo una mia opinione!).

HJ ha diversi doveri (in quanto rivista cartacea e quindi più vicina al grande publico) che non rispetta: non da alla scena underground italiano il lustro che merita (ecco perchè a me non piace!). Comunque non mi voglio dilungare troppo... sono tsanco e vo a dormire un pò ciao a tutti!

 
At 11:36 PM, Blogger DaMe' said...

Tu dici che secondo te sbagliamo quando parliamo di Hacker Journal...ecco...io non credo che ci sia qualcosa di cui è sbagliato parlare. Secondo me è necessario parlare di tutto, si deve parlare di tutto quel che si vuole. Se c'è qualcosa di cui non devi parlare, converrai con me, che qualcosa non va in termini di "libertà" soprattutto quella di "espressione". In ogni caso sono stata io a parlare di Hacker Journal. Ivy ha solo commentato che poi è la caratteristica di un blog.

Dici anche che non gli diamo il peso che effettivamente ha Hacker JOurnal...Forse ti sfugge un particolare. Io ho parlato del peso che per ME AVEVA Hacker JOurnal. Il peso che gli ha datto Ivy è suo e non va omologato al mio. Aveva...significa che sto parlando del passato, precisamente dei suoi inizi. Quando non si sapeva cos'era, cosa sarebbe diventato.

Tu dici che Hacker JOurnal non da alla scena underground il lustro che merita...Io non lo so. Forse tu quel che è diventato Hacker Journal oggi lo sai meglio di me. Sono mesi e qualche anno che non lo compro, non lo leggo. Cosa sia oggi Hacker Journal non lo so proprio, nella maniera più assoluta. Cosa era un pò ieri so dirtelo e ti dico che se ci scrivevo io l'attenzione per la scena underground c'era...Finchè ci ho scritto io c'era una sezione dedicata alla cultura hacker e in quella sezione mi hanno fatto scrivere di tutto, tutto quel che io volevo e di certo non erano cose lamer. Mi hanno laciato molta libertà, una libertà che oggi, su riviste cartacee diffuse a livello nazionale con le quali sono in contatto, stento a trovare.

Ma può darsi che oggi Hacker Journal sia peggiorato...ma questo sei tu a dovercelo dire. Ci hai scritto su Hacker JOurnal di recente? Sai con precisione come funziona all'interno Hacker Journal oggi? La sezione cultura hacker Non gli è stata imposta, ma solo proposta. Hanno detto sì. Fossero stati in tanti a proporre articoli relativi alla scena underground e articoli di una certa consistenza, oggi forse, chissà, Hacker Journal sarebbe meglio di quello che dici che è diventata (ma appunto sei tu a dirlo...si vede che la conosci bene oggi quella rivista...io oggi invece quella rivista la conosco meno di te, perchè ripeto non lo leggo da moltissimo tempo).

Per quanto riguarda gli articoletti trolleggianti c'erano allora, come sicuramente ci saranno oggi. Forse oggi addirittura abbondano. Ma io parlo della mia esperienza, di quello che ho vissuto ALLORA non OGGI, di quel che ho fatto IO, non Hacker Journal, dell'animo e i propositi con mi sono IO buttata in questa esperienza. E il valore che gli ho dato l'ho spiegato nel post ed è scritto in italiano, Forse non perfetto ma credo chiaro.

Ti dirò di più...forse ho scritto di questa mia esperienza non solo per raccontarmi, ma anche per far capire una cosa...secondo me importante. Quando si parla di qualcosa e la si giudica, bisognerebbe lasciare a casa i propri pregiudizi, o i giudizi diffusi, tapparsi le orecchie e ragionare con la propria testa, non preoccuparsi di essere obiettivi perchè l'obiettività non esiste, e non esiste però nemmeno il punto di vista neutrale...Le cose vengono vissute dalla gente e se vuoi capire veramente cosa era o è quella cosa dovresti ascoltare i racconti della gente, di quelli che ne parlano bene e di quelli che ne parlano male e di quelli che ne parlano con un MA e FORSE. Solo alla fine è possibile esprimere un giudizio che però sarà il TUO e di nessun altro. Non sarà bene in assoluto, non sarà male in assoluto. Sarà e basta. Ma giudicare qualcosa, non vuol dire solo atrribuirgli bene e male, significa anche capire come funziona quel qualcosa, che impatto ha sulla gente, il valore che la gente gli da, cosa ha prodotto d'interessante, cosa rivela dei gusti della gente, dei sogni, delle aspettative. etc etc.

Andate alla ricerca delle certezze e forse da qualche parte esisteranno, ma ad esse si arriva dopo un lungo lavoro cerebrale di analisi. Un'analisi che però non è mai scissa dell'esperienza concreta. Toccare, esplorare dall'interno o confrontarsi senza porre barriere. Analisi che negli ultimi tempi tutti si dimenticano di effettuare. Come se ci fosse una bibbia virtuale che circola nelle menti e che rivela le verità assolute sulle cose ancora prima di aver la certezza che tali cose esistano davvero. Un'eperienza concreta che è tenuta distante perchè circola uno strano senso di purezza e pulizia...mai contaminarsi!
Io mi sento diversa...

 
At 11:31 AM, Anonymous Anonimo said...

Magari mi sono espresso male, magari non hai capito bene... fatto sta che volevo dire tutt'altra cosa. Non alludevo a te, o a ivy, stavo semplicemente sottolineando il fatto che quando si parla della suddetta rivista credo che se ne minimizzi sempre il valore morale (prima che tecnico) che poi andrà a formare una determinata ideologia. Ad esempio perchè non parlano di tutti i retroscena che ci sono? Comunque dame`, secondo me (ed anche questa è una sensazione a pelle che ho) oggi HJ non è più tanto libera come te la ricordi (altrimenti non capisco perchè ancora non abbiano chiuso la rivista) anche perchè se vogliono affrontare argomenti tecnici non credo possano parlare di come poter leggere e scrivere sulle schede telefoniche: LA COSA E` ILLEGALE! E come questo anche molti altri argomenti, poi di etica se ne parla poco e niente (purtroppo!) e quindi per forza di cose si devono accontentere degli articoletti rimanciucchiati già diverse volte dalla rete, anche perchè degli argomenti tecnici LEGALI non credo possa fregar di meno al pubblico di HJ (che vuoi che gliene importi ad un 12enne di come implementare il NAT in una rete eterogenea, o di come è strutturato il protocollo(i) TCP/IP??). Ecco quanto volevo dire e scusami ancora se mi sono espresso male!

 
At 8:52 PM, Anonymous Anonimo said...

mo' rispondo al commento di ermes che fra l'altro ho conosciuto in chat..
sì, sono sicura che non ci sia niente di male a far azionare la segreteria telefonica di un cellulare anche se il cell in questione è acceso..
perchè basta sapere un numero a seconda del prefissso del numero del cellulare che, è disponibile in ogni negozio di cellulari, infatti chi lavora nel campo li conosce tutti..
non sto dicendo di ascoltare telefonate, rubare credito telefonico..
credo di avere chiara la differenza di bene e male in testa..
questo è soltanto un servizio in più del cellulare che pochissimo conoscono e che, chissà perchè, nei libretti d'istruzione quando si comperano non c'è..

 
At 8:55 PM, Anonymous Anonimo said...

ha ha ha Damè.. figurati se ai filosofi le discussioni non piacciono..
certo.. non si dice bene e male senza spiegare razionalmente perchè si crede che questo sia bene e quest'altro male..
o almeno non nei posti dove i dogmi non piacciono, ma invece piace capire il perchè e il percome delle cose

 
At 9:11 PM, Anonymous Anonimo said...

letti altri due articoli..
palese il fatto che la prossima volta HJ me lo compero per vedere cosa c'è di nuovo, più o meno i titoli degli articoli principali li conosco perchè mi arrivano dalla loro newsletter.
Bisogna che metta in chiaro che a me piace la giustizia.. non farei mai qualcosa di male.. non mi piacciono i giochi di potere dietro le quinte..
ma appunto è questa la cultura hacker!!
ma la giustizia a volte non coincide con la legalità, perchè, soprattutto in campo telematico le leggi le hanno fatte la major discografiche e non vado avanti...
ma è chiaro che gli articoli di Hj siano controllati.. come pure il sito loro.. che durante gli anni si è ridotto...
io ricordo ancora quando aveva il link per spedire mail anonime.....
ora chiunque può spedire lettere anonime normali senza che siano illegali, chiunque può farsi un quattro e quattr'otto un nuovo account e spedire mail da là, chiunque può ritrovare quel servizio online con le giuste parole chiave nei motori di ricerca, ma.. l'idea che stesse in un sito che si fregiava del nome hacker, evidentemente ha spaventato qualcuno..
va bene... ora devo lasciarvi
ciao alla prossima

 
At 11:51 PM, Blogger DaMe' said...

RISPONDO A GOSHAK
Ciao Goshak, spero sarai dei nostri anche nel futuro...:-)
Riguardo al post volevo dirti...nessuna amarezza! Nel senso che se fosse andata meglio mi sarei stupita ma sarei stata anche felice. In realtà però, sin da quando ho messo piede in HJ ero consapevole dei suoi limiti. Io ho elencato qui quelli che erano per me meriti o più che meriti (in realtà non è possibile definirli completamente tali), aspetti interessanti, curiosi, da non trascurare, da analizzare, da considerare. HJ non era perfetto. Tutte le critiche che gli sono e gli sono state rivolte sono tutte vere. Inoltre era un grande opera commerciale anche allora. Non vorrei che ora questo post si trasformasse nell'elogio di HJ primi tempi!! Assolutamente no!! Io ho voluto solo chiarire la mia posizione soprattutto innanzi a chi fa di tutta l'erba un fascio...identificando la politica di una rivista con chi su quella rivista ci scrive o con chi quella rivista la legge. HJ fa schifo? Allora fanno schifo tutti quelli che la comprano, tutti quelli che decidono di scriverci qualche pezzo sopra! Questo non è un buon metodo per giudicare...Volevo dire fondamentalmente questo e la delusione (se delusione c'è e se la senti) è soprattutto verso chi questo metodo di giudizio l'ha adottato e lo adotta continuamente...!
delusa perchè questi metodi non portino a nulla se non alla chiusura e alla mancanza di confronto e soprattutto alla non comprensione di tutto ciò che ci circonda e di tutti quelli che ci circondano. Tutto qui...
:-)

 
At 11:53 PM, Blogger DaMe' said...

Ho scritto di cacca...ma ci siamo capiti :-))))
Mano lesta con gaia in braccio :-)))

 
At 1:47 PM, Anonymous Anonimo said...

Scusate se mi intrometto inopportunatamente, ma vorrei che qualche esperto hacker mi dicesse quale programma potrei usare per entrare nel profilo di un utente di Blog Naver. Vorrei entrare nel profilo dell'amministratore di questo blog http://wldls1116.blog.me/ .E' importantissimo!!!Grazie! ve ne sarei molto grato! Comuque sappiate che sono dalla vostra parte ;D

 

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